Progetti

Il nostro sogno ... l'Africa
In una piccola valle dello Yovi, situata a nord-ovest della cittadina di Mikumi, in Tanzania in prossimità della catena dei monti Rubeho, nella missione dei padri Stimmatini è sorto, con il solo intervento di volontari soprattutto veronesi, un centro sanitario che assiste ogni anno più di 10.000 persone.
In una regione del mondo in cui è assai facile ammalarsi, il centro Msange, così si chiama l'ospedaletto del nome deli villaggio più vicino, è l'unico in cui la popolazione viene accolta.
La malattia più frequente è la malaria, che causa più di un milione di morti l'anno in Africa.

Esperienze all’estero Tanzania – L’Healt Center di Msange distretto di Morogoro, di E. Campostrini  
La mia prima esperienza in Africa risale a gennaio 2007 e rientra nei Progetti dell’Associazione Bretoni per la Cooperazione e lo Sviluppo (ABCS), un ONG in supporto alle missioni dei Padri Stimmatini. Giovanni Donadelli è un medico di famiglia veronese che da oltre quindici anni si adopera per far giungere, come lui stesso riferisce, ‘’un po’ di sanità e di speranza in una parte del mondo in cui è assai facile ammalarsi di malattie

infettive e carenziali ed è assai difficile guarire per assoluta mancanza di un servizio sanitario sia pure elementare e per l’estrema povertà della gente’’. In qualità di responsabile Sanitario dell’Health Center di Msange e direttore del progetto 1000 Malarie, mi ha permesso di conoscere la realtà della valle dello Yovi, nella provincia di Morogoro, uno dei sei distretti della regione- meridionale della Tanzania. Il suo territorio, nei pressi del grande parco naturale di Mikuni, si estende per una lunghezza di 80km e comprende una popolazione di 20.000 persone. L’esperienza così intensa emotivamente e coinvolgente dal punto di vista professionale, è stata ripetuta per ben due volte nel settembre dello stesso anno e nel maggio del 2008. Ogni volta il gruppo di lavoro era costituito da volontari che con l’intento di mantenere in vita le attività della missione, offrivano ciascuno le proprie capacità personali e professionali, lavorando nell’officina e nell’ospedale e per la posa di pavimenti e rivestimenti degli edifici dedicati all’ambulatorio, al laboratorio e alle sale di degenza. Vivere e operare con gli abitanti del luogo ha consentito di valutare situazioni, progetti e interventi, non solo in ambito sanitario, che al ritorno in Italia sono stati proposti alla nostra comunità e all’Associazione Bretoni. È stato utile poter dimostrare a chi ci ha accompagnato nei successivi viaggi e a quanti hanno contribuito al finanziamento dei progetti, che la loro realizzazione avveniva, aiutando concretamente la popolazione. Dalla prima esperienza sono stati compiuti numerosi piccoli passi. L’attività svolta dal dott. Donadelli, in collaborazione con il clinical officer Mr. Wilbroud, e dal gruppo di infermiere volontarie progetti e che consiste in visite ambulatoriali, medicazioni, interventi di piccola chirurgia e assistenza ai ricoverati affetti da patologie gravi, ha permesso di risolvere diversi casi clinici e di confrontare la visione del mondo, della malattia e l’esperienza professionale europea con quella africana. I primi viaggi di solidarietà hanno consentito di individuare nella malaria, un vero e proprio flagello per la popolazione locale, la patologia prevalente nonché l’elemento debole dell’assistenza sanitaria. L’aspettativa di vita media in questo territorio è di 50 anni e il grado di povertà della popolazione estremo. Il progetto 1000 Malarie, nel tentativo di fornire un valido aiuto per il controllo della malattia, ha permesso di dotare i laboratori di apparecchiature e tecniche diagnostiche adeguate. Con la donazione di microscopi e l’introduzione del metodo immunoenzematico, che consente di effettuare test più attendibili, il progetto ha raggiunto negli ultimi due anni oltre 3.000 pazienti, collocandosi così, in un recente confronto con altre associazioni italiane, al primo posto per numero e tempestività di interventi. Tali risultati sono stati conseguiti grazie al dott. Donadelli che ama sottolineare come ‘’ad ogni analisi corrisponde una diagnosi esatta, ad ogni diagnosi una terapia appropriata e di conseguenze buone possibilità di guarigione’’ ma anche grazie, precisa il medico ‘’ a chi nelle nostre comunità si adopera in mille modi di generosità, dedizione e molta fantasia nella raccolta dei fondi e alle meravigliose e preziose infermiere che mi accompagnano, offrendo tutta la loro professionalità e umanità nell’istruire il personale locale, ma soprattutto nell’assistere i parti, i bambini affetti da gravi forme di malaria frequentemente complicata in stato comatoso, i traumi, le ustioni e le malattie infettive gravi soprattutto del gastroenteriche e urinarie’’. Il personale locale è stato addestrato secondo tale metodologia, peraltro innovativa per il contesto, e l’utilità e l’efficacia del metodo si apprezza soprattutto nell’attività ambulatoriale svolta nei villaggi lontani dall’ospedale di Msange, ove la mancanza di strumenti adeguati comporta il rischio elevato di errore diagnostico. Oltre alla malaria sono presenti nella popolazione anche altre malattie infettive come la tubercolosi e l’Hiv. Durante la mia permanenza ho potuto notare che il test dell’Hiv viene effettuato previo di personale addestrato al counselling. Nel maggio 2008 il clinical officer, Mr. Wilbroud, ha eseguito il corso di formazione governativo e più volte, assistendo agli incontri con i suoi pazienti, abbiamo avuto modo di apprezzarne la competenza relazionale. In alcuni casi i giovani si recavano spontaneamente in ospedale solo per ottenere informazioni circa il contagio e la prevenzione. L’estensione del metodo immunoenzimatico, già efficace per la diagnosi della malaria, anche l’HIV è da ritenersi un successo. Particolarmente significativa, soprattutto durante l’ultimo viaggio, è stata la presenza attiva e costante dei Padri Stimmatini. Padre Michael, nostro referente nel maggio 2008 e incaricato della gestione dell’ Health Center di Msange, ha saputo prendere a cuore questo avamposto sanitario e collaborare in modo efficace per migliorarne l’assistenza. La soluzione di situazioni cliniche e familiari molto difficili e presenti frequentemente nella valle si è ottenuta in sinergia con i Padri. Grazie a Padre Michael abbiamo raggiunto anche Mbuyuni, un villaggio di montagna, ove è stato allestito un ambulatorio nell’edificio della scuola locale e, con il metodo immunoenzimatico, è stata diagnosticata una grave forma di malaria in una donna anziana e in numerosi bambini. Le persone curate nell’ospedale di Msange nel 2008 sono più di 6087, i bambini vaccinati più di 3000, i parti 107 e 478 gli interventi dell’ambulanza. Le cifre indicano che la partecipazione diretta mediante il lavoro dei volontari e indiretta con la raccolta di fondi a sostegno del progetto, si traducono in risultati tangibili e significativi che incoraggiano a proseguire in futuro e perciò, condividendo lo spirito di Giovanni Donadelli, siamo certi che ‘’il sorriso di un bambino guarito e di una mamma felice per quel sorriso’’ siano in grado di cancellare ogni dubbio e ogni fatica.

Tratto da: infermieristica- mente – Notiziario aggiornamenti professionali – Numero 2/2009 anno XVII


"Le 1000 Malarie"

La finalità del progetto "le 1000 Malarie" è quella di raccogliere fondi che personalmente porteremo in Tanzania e che useremo per curare bambini e poveri ... per soccorrere chi ha bisogno a casa sua.
Solo curandoli ed aiutandoli ad istruirsi, in futuro, questa parte del mondo potrà essere protagonista nella cura della salute e delle risorse del proprio paese.
Tanti sforzi finalmente premiati

Sono passati 7 anni dal nostro primo finanziamento a sostegno del dispensario di Msange, nella valle dello Yovi. Era il Natale del 1999, l'ultimo del novecento, e in un'animata riunione di tutti i collaboratori di Adpresscommunications venne deciso di destinare il budget dei regali di fine anno ad un progetto umanitario da realizzare in Tanzania con i missionari stimmatini.
Negli anni successivi altri finanziatori si sono affiancati e l'agenzia, a sua volta, ha avviato altri progetti di aiuto, sia nella valle dello Yovi sia in altre aree della tanzania. Il dispensario però è sempre rimasto il progetto pilota, costantemente sostenuto e potenziato.
L'inaugurazione della struttura centrale ebbe luogo a distanza di soli 15 mesi dall'inizio dei lavori: era il 23 giugno 2001. Da allora non c'è stato giorno in cui il piccolo gruppo di sanitari e di suore tanzaniane incaricati della gestione del centro non abbia accolto, visitato e curato.
Successivamente è stato realizzato un acquedotto, è stato acquistato un fuoristrada per consentire il trasporto dei malati più gravi, sono stati realizzati nuovi edifici, sono state installate attrezzature e infine sono stati realizzati tutti i requisiti richiesti dal governo di Dar Es Salaam per concedere lo status di Health Center (struttura ospedaliera), ufficialmente comunicato nel settembre del 2007. Una notizia questa che abbiamo accolto con grande soddisfazione.
Oggi il Centro Sanitario di Msange è considerabile la chiave di volta di un possibile miglioramento generale delle condizioni sanitarie della valle dello Yovi e delle aree limitrofe. Per noi di Adpresscommunications questo significa, molto semplicemente, aver speso questi soldi nel migliore dei modi.

Il kit diagnostico ...

L'obbiettivo del 2007 era quello di attivare la diagnostica immuno-enzimatica della malaria.
Prima si usava solo il microscopio, non sempre esente da errori, e ancor prima nemmeno quello.
Il nuovo kit acquistato tramite "le 1000 malarie" fa in modo da stemperare sulla finestrella del dispositivo una piccola quantità di sangue, si aggiungono successivamente poche gocce di reattivo, e dopo pochi secondi si ha la risposta, precisa e sicura, e di conseguenza precisa e sicura è la diagnosi e la terapia, e si ha motivo di sperare la guarigione del paziente.

I Padri Stimmatini

Sono stati i Padri Stimmatini ( www.stimmatini.org ) che hanno dato vita a questo piccolo miracolo che sono la missione, la scuola superiore, la many school, gli asiletti e le chiese, la campagna di Kibaoni , l'officina; tutto con l'aiuto dei volontari che da quasi ventanni si sono turnati per fare, per costruire, per trovare fondi, per portare avanti progetti, è presente l'elettricità, e il telefono, sempre coordinati dall'Associazione Bertoni ( www.abcsverona.it ).

La Tanzania

La Repubblica Unita di Tanzania ( Jamhuri ya Muungano wa Tanzania in Swahili , United Republic of Tanzania in Inglese ) è uno stato della costa orientale dell' Africa centrale. Confina con il Kenya e l' Uganda a nord, con il Rwanda , il Burundi e la Repubblica Democratica del Congo a ovest, e a sud con Zambia , Malawi e Mozambico . A est è bagnata dall' Oceano Indiano . Dar es Salaam è la capitale e la città più grande; Dodoma , posta nel centro della Tanzania, è stata designata come nuova capitale negli anni Settanta anche se di fatto il trasferimento della capitale è in una situazione di stallo. La pronuncia della parola Tanzania in lingua swahili differisce dalla pronuncia inglese (nonché da quella comunemente in uso in Italia ): in swahili infatti l'accento è posto sulla terza sillaba (ni). La Tanzania è montuosa nella zona nordorientale; vi si trovano il monte Kilimanjaro , la montagna più alta di tutto il continente africano, e le Pare Mountains . Nella stessa zona si trova anche il monte Meru . A nord e a ovest si trovano invece i grandi laghi Vittoria e Tanganica . Un altro lago è il Natron , di acque saline, situato nella Rift Valley africana vicino al confine keniota. La parte centrale del Paese comprende un grande altopiano, mentre la parte orientale è calda e umida. In Tanzania si trovano le alture maggiori e le più profonde depressioni dell'Africa. L'isola di Zanzibar si trova nell' Oceano Indiano , nei pressi della costa della Tanzania. La densità della popolazione varia da una persona per chilometro quadrato nelle regioni aride a 51 per chilometro quadrato negli altipiani ricchi d'acqua dell'entroterra fino ai 134 per chilometro quadro di Zanzibar . Più dell'80% della popolazione abita in zone rurali. Come gran parte dei Paesi africani, la Tanzania è afflitta dall'epidemia dell' AIDS . Va registrato a tale proposito una riduzione del contagio dal 10% al 7% della popolazione, con una forte penetrazione nella classe d'età tra i 20 e i 34 anni, ma marginale tra i più giovani. Il governo ha attuato un piano di prevenzione. La maggioranza degli abitanti, comprese le tribù Hehe, Sukuma e i Nyamwezi, sono di origine Bantu . Gruppi di etnia Nilota e di origine simile comprendono i nomadi Masai e i Luo entrambe i quali sono presenti numerosi nel confinante Kenya . Due piccoli gruppi parlano una lingua di famiglia Khoisan tipica dei Boscimani e Khoikhoi. Persone che parlano Cushitic originarie degli altopiani etiopi risiedono in alcune aree della Tanzania. La maggior parte della popolazione africana dell'isola di Zanzibar è originaria della terraferma tranne un gruppo, gli Shirazi le cui origini sono state fatte risalire ai primi coloni persiani dell'isola. progetti I residenti non africani della terraferma e di Zanzibar costituiscono l'1% della popolazione. Si stima che risiedano in Tanzania 70.000 Arabi 50.000 Asiatici e 10.000 Europei. Ogni guppo etnico ha la propria lingua ma la lingua nazionale è lo Swahili , una lingua di origine Bantu con forti influenze arabe. La Tanzania è uno dei Paesi più poveri del mondo. Il reddito annuo pro capite è di circa 220$. Il 60% della popolazione è privo dell'elettricità e il 40% dell'acqua potabile. Il 60% della popolazione sopravvive con meno di 2 $ al giorno. Negli ultimi anni si è tuttavia registrata una crescita contenuta ma costante permessa dalla stabilità politica. L'economia dipende in gran parte dall' agricoltura , che pesa per circa 60% del PIL , costituisce l'85% delle esportazioni e impiega il 80% della forza lavoro . Le condizioni geografiche e climatiche limitano i campi coltivati al 4% del territorio. L' industria pesa circa il 10% del PIL ed è prevalentemente limitata alla trasformazione dei prodotti agricoli . La Banca Mondiale , il Fondo Monetario Internazionale e bilateral donors hanno fornito fondi per risollevare la deteriorata infrastruttura economica della Tanzania. Le grandi risorse naturali come giacimenti d' oro e i parchi nazionali non sono sfruttate appieno e generano poco reddito. La crescita degli anni 1991-99 ha generato un aumento della produzione industriale e un sostanziale incremento dell'output di minerali trainato dall'oro. Recenti riforme del sistema bancario hanno favorito la crescita degli investimenti. Il bilancio dello stato è gravato da un onerosissmo debito pubblico, che limita la possibilità di attuare riforme strutturali. Fra le riserve naturali più celebri della Tanzania si contano il Serengeti National Park , la riserva naturale di Ngorongoro , il Tarangire National Park , il Lake Manyara National Park , la riserva del Selous , il Kilimanjaro National Park il Ruaha National Park e il Mikumi National Park .